VENERDÌ 14 GENNAIO: LA BEATA ACCOGLIE L’INCONTRO DI “OPERAZIONE LIETA”
È vero: c’era poca gente. Pochi eravamo in chiesa, pochi erano collegati a distanza.
Ma l’incontro con Lieta e Angelo, volontari in Brasile da oltre quarant’anni, è stato intenso ed arricchente.
Il clima raccolto della chiesa, le parole dei salmi e dei ritornelli di Taizè, quelle di Lieta e Angelo calde e avvolgenti nella drammaticità dei loro racconti: tutto ha toccato profondamente chi era in ascolto.
I due volontari non tornavano in Italia da due anni per le ben note situazioni pandemiche. E proprio la pandemia è stata al centro della loro testimonianza, o meglio, tutto ciò che questa situazione ha causato tra i ragazzi che accolgono nei loro centri educativi, togliendoli dalla strada.
La forzata chiusura ha costretto i bambini e i ragazzi ad una drammatica convivenza nelle loro case, baracche di favelas, con conseguenti violenze, abusi, rischi di cadere nella rete degli spacciatori in cambio di qualche spicciolo, quasi totale assenza di introiti nelle famiglie. La situazione già di per sé drammatica nella sua “normalità” si è ulteriormente aggravata. “Abbiamo ragazzine incinte, anche molto giovani; siamo stati costretti a fare diverse denunce per tutelare i nostri ragazzi.” Ci hanno detto i due volontari.
Le famiglie non avevano il necessario per vivere, perché mancando anche il lavoro, già precario, non rimaneva proprio nulla. In questi due anni, Operazione Lieta, “sfruttando” al massimo ciò che la Provvidenza donava loro (spesso all’ultimo minuto, quando ormai pensavano di non farcela), sono riusciti a recapitare mensilmente un pacco di alimenti e di prodotti per l’igiene ad ogni famiglia dei ragazzi, a promuovere alcune iniziative di sostegno e formazione per le mamme, a pagare lo stipendio, pur ridotto, ai propri dipendenti (insegnanti, educatori, personale per le pulizie). Gli aiuti che vengono dall’Italia sono molto preziosi: non potrebbero farcela a sostenere tutta la loro opera senza di essi. Ma negli ultimi anni anche questi sono calati…
C’è bisogno di tutto: di nuovi padrini per l’adozione a distanza, di volontari che donino un po’ del loro tempo, di aiuti anche straordinari…
Quando il bene c’è si diffonde. Ci ha colpito molto sapere che alcune donne dopo aver frequentato un corso per parrucchiera ed aver ricevuto il materiale necessario per l’avvio dell’attività, si sono messe a lavorare, chiedendo in cambio un chilo di alimenti da dare a chi aveva meno di loro!
Potrebbe allargarsi la cerchia dei cremonesi che sostengono “Operazione Lieta”: anche a migliaia di km di distanza si può contribuire a migliorare il futuro di tanti bambini e ragazzi.
Se in una prossima domenica facessimo una raccolta fondi alla Beata sarebbe proprio un bel regalo da donare a questi amici, che ci hanno lasciato una grande testimonianza di fede, di fiducia infinita nella Provvidenza, di servizio umile e di attenzione ai più poveri: proprio un Vangelo vissuto.
Disma