Iliade, canto VIII, versione di Vincenzo Monti
L’Iliade è un poema epico di 24 canti. Ha inizio con il proemio, in cui l’autore invoca la Musa ed espone la materia che tratterà: l’ira di Achille, con tutto ciò che da essa deriverà, ovvero lutti e stragi, vittorie e sconfitte nel grande panorama della guerra di Troia.
Giove, dopo aver interdetto minacciosamente agli Dei di prender parte nella guerra di Troia, discende sul monte Ida a rimirare la battaglia. Da prima si combatte da ambe le parti con eguale fortuna. Giove, avendo pesato i fati de’ Troiani e de’ Greci, e prevalendo quello de’ Troiani, atterrisce i Greci con un fulmine. Dopo vari fatti, questi sono sconfitti. Giunone e Minerva, scese per soccorrerli, sono richiamate da Iride per comando di Giove. Consesso degli Dei. Rimproveri di Giove a Giunone: sue parole, e brusca risposta del Dio. La battaglia cessa al venire della notte. Parlata di Ettore ai Troiani. Per suo ordine si accendono dei fuochi nelle case della città, ed i vecchi ed i giovanetti vegliano alla custodia delle mura: i guerrieri accendono essi pure de’ fuochi e passano la notte fra i conviti nel campo e sotto le armi, onde impedire che i Greci non fuggano di soppiatto col favore delle tenebre.
Siccome quando in ciel tersa è la Luna,
E tremole e vezzose a lei dintorno
Sfavillano le stelle, allor che l’aria
È senza vento, ed allo sguardo tutte765
Si scuoprono le torri e le foreste
E le cime de’ monti; immenso e puro
L’etra si spande, gli astri tutto il volto
Rivelano ridenti, e in cor ne gode
L’attonito pastor: tali al vederli,770
E altrettanti apparían de’ Teucri i fuochi
Tra le navi e del Xanto le correnti
Sotto il muro di Troia. Erano mille
Che di gran fiamma interrompeano il campo,
E cinquanta guerrieri a ciascheduno775
Sedeansi al lume delle vampe ardenti.
Presso i carri frattanto orzo ed avena
I cavalli pascevano, aspettando
Che dal bel trono suo l’Alba sorgesse.