Verso la Pasqua….chiusi in casa, ma nella fede
Continua la rassegna delle riflessioni dei nostri parrocchiani, che ci raccontano come hanno vissuto questo periodo quaresimale nell’emergenza del Corona Virus. Di seguito, le riflessioni di Giuseppe, seminarista, e Patrizia, mamma di due bambini.
Dal seminario
Disperarsi?, aver paura?, pregare Dio perché liberi il nostro paese da questo virus?, cosa fare? In questo periodo che stiamo vivendo insieme molti sono gli stati d’animo che ci portiamo dentro e molte sono le domande a cui vorremmo dare risposta, ci siamo domandati, il perché di tutto questo, forse una punizione? forse Dio vuole “provarci”?.
Niente di tutto questo, nonostante qualche testata giornalistica o magari qualche prete si sia magari divertito a far passare questa situazione per un’azione punitiva di Dio, ricordiamoci che il nostro Dio è il Dio Amore, non è il Dio vendicativo. Questo tempo per me vissuto in seminario senza poter andare in parrocchia o a casa è stato molto particolare, caratterizzato soprattutto dalla vita di comunità, l’unica medicina che ti permette di andare avanti, perché insieme ad altri giovani in cammino come me.
Una frase mi sta accompagnando in queste settimane, Gesù nel vangelo dice “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo “. Questa frase la sto sperimentando in una preghiera ancora più intima con il Signore, la preghiera in queste settimane è preghiera che rivolgo al Signore per tutte le comunità che non possono vivere l’eucarestia e che invece la desiderano, non riesco a non pensare ai giovani ai ragazzi e prego per loro perché in questi giorni possano lasciarsi avvicinare dal Signore.
E’ tempo di ritornare all’essenziale, forse mai come quest’anno stiamo vivendo in maniera radicale il tempo della quaresima, significa ritornare al Signore, rimettere Lui al centro della nostra vita e delle nostre giornate, ora che i ritmi frenetici qui in seminario sono spariti e dove ora regna una ‘strana’ tranquillità è tempo di preghiera è tempo di incontrare il Maestro. Qualcuno potrebbe dire “a che serve tutto questo?” Potrebbe risultare tempo perso tempo sprecato, invece nell’emergenza di queste settimane è tempo di grazia, affidarsi e fidarsi di Dio.
Questo ci permette di vedere con occhi diversi la realtà e di affrontarla con una marcia diversa, tutto questo ci permette di poter essere d’aiuto anche se a distanza a persone che sono in difficoltà, in queste settimane tanti mi hanno scritto per aver una parola buona e per scambiare due chiacchere, solo per trovare un compagno con cui condividere i pesi. Ricordiamocelo a vicenda, non siamo mai soli ma Gesù è con noi. Nella preghiera siamo uniti a Lui, spazziamo via da noi allarmismi inutili e altre forme di preoccupazioni e ritorniamo al Signore, Lui solo sa consolare e dare risposte ai nostri dubbi.
Giuseppe Valerio, seminarista
Da genitore
Il “Coronavirus” nato in Cina purtroppo è arrivato anche in Italia e nella nostra città creando paure, malattia e stravolgendo comportamenti ed abitudini. Al fine del contenimento della sua diffusione è stata emanata una “Ordinanza Regionale” che vieta la frequentazione di luoghi di aggregazione: scuola, sport, lavoro e le attività all’interno delle parrocchie con la conseguenza di non potersi recare in chiesa a pregare ed a ricevere l’Eucarestia.
Questo evento giunge a Noi del tutto impreparati ad affrontarlo, ma sono convinta che deve essere interpretato alla luce della fede in Dio che nel presente non cessa di essere Padre buono e misericordioso. Non bisogna perdere la fede e la fiducia in Dio.
Pertanto è il momento per ritrovare l’unità familiare tante volte diminuita dalle frequenti occasioni di dispersione a causa dei troppi impegni dei singoli componenti. Possiamo utilizzare questa situazione poco piacevole per riavviare il vero valore della vita attraverso la preghiera personale e familiare. La Preghiera ci dà la forza per affrontare tutto ed è l’arma più potente che possediamo.
Come madre ho cercato di far vivere ai miei figli serenamente questo periodo spiegando che questo virus sarà presto sconfitto, difatti l’uomo nel corso della storia ha saputo fare cose straordinarie difendendosi da ciò che non aveva ancora imparato bene a conoscere e affrontare. In particolare voglio che crescono con la certezza che non siamo soli ad affrontare questi momenti difficili. Concludo con questi versetti:
“Non temere, perché io sono con te;
non smarrirti, perché io sono il tuo Dio.
Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e
Ti sostengo con la destra vittoriosa.” (Isaia. 41,10)
Patrizia Buscemi, mamma di due bambini in età di catechismo